Le origini del cinema russo (di Annamaria Niccoli)
- Annamaria Niccoli
- 13 lug 2018
- Tempo di lettura: 4 min
Le origini del cinema russo (di Annamaria Niccoli)

Le origini del cinema russo (di Annamaria Niccoli)
Il 4 maggio 1896, pochi mesi prima delle proiezioni dei Fratelli Lumiere a Parigi, nel teatro Aquarium di San Pietroburgo venivano proiettati i primi “quadri viventi“. Lo stesso spettacolo di proiezione di figure in movimento, quindi la preistoria del cinema, vennero proiettati anche a Mosca, presso il teatro e giardino Hermitaz, Alla prima proiezione cinematografica, a cospetto di artisti e intellettuali russi, tra cui Maksim Gor’kij. Anche se l’intellighenzia russa accetto la novità, Così non fu per gli altri spettatori. Intanto in tutta Europa lo spettacolo del Cinematografo è diventata quasi un industria, dove comandano le case cinematografiche francesi come la Pathè Film e Gaumont. Nel 1896 in Russia vennero effettuate le prime riprese cinematografiche, in occasione dell’incoronazione dello zar Nicola II Romanov. Seguirono altre riprese ma quasi tutti documentari. È solo nel 1907 che in Russia, grazie al fotografo Aleksander Drankov, che venne inaugurato il primo studio cinematografico, capace di mettersi in concorrenza con gli operatori stranieri. Per un breve periodo Drankov fu il regista d’eccellenza russo, specializzato nei documentari; a lui si devono le rare immagini di Lev Tolstoj. Altri registi russi si interessano al folklore, storia, leggende. Ancora non esistevano delle scritture per il cinema quindi quasi tutti i registi attingevano dalla letteratura. Ad opera del fotografo e regista Dragov venne realizzato il primo film interamente Russo “Sten’ka Razin” del 1908. Da allora il cinema Russo realizzò molti film basati i molto sulla letteratura, portando la conoscenza al popolo, quasi tutto analfabeta, scrittori come: Puskin, Gogol, Tolstoj, Balzac, Dickens e Cechov. Inizialmente anche gli attori di teatro sottovalutarono tale invenzione cinematografica, e dopo il 1910 che gli attori iniziano a recitare assiduamente, poi unicamente solo nel cinema. Russia da tale data iniziarono ad essere costruita dalle apposite sala per le proiezioni cinematografiche, ne vennero costruite molte in tutto l’impero. Asta Nielsen fu la prima diva russa. Famosissimo divenne il regista Vadislav Starevic che si specializzò nel cinema per ragazzi, con le animazioni delle figurine di plastica, che egli stesso muoveva e riprende va con la macchina di ripresa; ricordiamo la libellula la formica nel 1913 favola animata virgola scritta da Ivan Krylov. Nel 1911 ad opera di Vasilij Goncharov e Chanzonkov, in ” Alexander; il primo lungometraggi della storia del cinema, 2000 metri di pellicola, è “La difesa di Sebastopoli”. Se in Europa Il cinema era attratto dalle magie e di argomenti leggeri, in Russia il dramma, la tragedia sono gli argomenti più seguiti. Il mercato cinematografico russo decise di puntare molto sui divi del cinema, ovvero il pubblico andava in sala attratto dai nomi dei protagonisti. I registi dell’est Europa erano anche molto affascinati dalla sperimentazione, seguendo in particolare l’avanguardia e il futurismo; “Dramma del Cabaret futurista n. 13” del 1913 fu il primo film di questo genere. Nello stesso anno esordisce come sceneggiatore e attore Vladimir Majakovskij. È il 1914 scoppia la Prima Guerra Mondiale, le frontiere della Russia vennero chiuse al mercato europeo così la produzione del cinema nazionale, al contrario di tante altre nazioni coinvolte nel conflitto mondiale, produssero molte pellicole. In questi anni travagliati per il mondo intero nacquero i primi cinegiornali di guerra. Durante l’ultimo periodo zarista che comprende la fine della dinastia Romanov nel 1913 vennero prodotti 23 film; nel 1916 vennero prodotti 500 film; nel 1917 ne vennero prodotti 250. A fine conflitto mondiale i registi non sono più degli artigiani, ma sono dei veri professionisti del cinema, della macchina da presa e del montaggio. Il primo regista professionista russo è E. F. Bauer. Egli è da essere considerato uno dei maggiori rappresentanti del cinema muto Russo presovietico. Il regista intuì che l’attore doveva essere più espressivo, recitare in modo diverso da come viene fatto in teatro, la gestualità deve essere trattenuta, la mimica facciale è incentrata particolarmente sugli sguardi Intensi ma poco accennati. Da ricordare è “Il rivoluzionario”, fra i primi film che hanno per soggetto la rivoluzione russa. Il film uscì dopo la rivoluzione di febbraio 1917. Rivoluzione che fece cadere lo zar Nicola II Romanov e il governo della nazione passò ai Socialisti. Il film può essere definito come antizarista e antibolscevico, a favore di Kerenskij, capo di un governo democratico e borghese. Bauer divenne il maestro del primo grande regista sovietico, Lev Kulesov.
BIBLIOGRAFIA
Visnevskij, Chudožestvennye fil′my dorevoljucionnoj Rossii (I film d’arte della Russia prerivoluzionaria), Moskva 1945.
M.A. Lebedev, Očerki istorii kino SSSR, I. Nemoe kino, Moskva 1947 (trad. it. Il cinema muto sovietico, Torino 1962).
Leyda, Kino: a history of the Russian and Soviet film, London 1960 (trad. it. Milano 1964).
Ginzburg, Kinematografija dorevoljucionnoj Rossii (La cinematografia della Russia prerivoluzionaria), Moskva 1963.
Buttafava, Dal salotto al soviet: il cinema russo prerivoluzionario, in “Bianco e nero”, 1983, 3, poi in G. Buttafava, Il cinema russo e sovietico, a cura di F. Malcovati, Venezia 2000, pp. 23-35.
Magarotto, Le cinématographe alla corte dei Romanov, Firenze 1983, pp. 85-98.
Testimoni silenziosi: film russi 1908-1919, a cura di P. Cherchi Usai, L. Codelli, C. Montanaro, D. Robinson, coordinamento di Y. Tsivian, Le Giornate del cinema muto, Pordenone 1989 (in partic. Y. Tsivian, Alcune osservazioni particolari sul cinema russo, pp. 24-43).
Comments