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L’impressionismo francese del cinema francese negli anni’20

  • Immagine del redattore: Annamaria Niccoli
    Annamaria Niccoli
  • 15 set 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

L’impressionismo francese del cinema francese negli anni’20  ( Annamaria Niccoli)





Siamo agli inizi degli anni’20, il cinema mondiale cresce e iniziano anche la sperimentazione linguistico-espressive. In Europa nascono due correnti espressive che si contrappongono, l’espressionismo tedesco e l’ impressionismo francese. La corrente espressiva francese, accentuava i caratteri formali, descrittivi e visivi del linguaggio cinematografico, mettendo in evidenza in immagine, dando origine al montaggio, tralasciando gli interessa al personaggio, al dramma e all’ambiente. Immediatamente nell’impressionismo si mette in risalto il suo tipo di espressione cinematografica lontano dei temi più importanti della realtà contemporanea. È un tipo di cinema che reclama la propria indipendenza rispetto al cinema americano, specializzato nel film di avventura, comico, drammatico, divistico, è spettacolare. Dalle origini del cinema fino alla fine dalla prima guerra mondiale i registi, gli attori venivano dal teatro nazionale che la borghesia non apprezzata; dagli inizi degli anni 20, ora sia i registi, e gli attori si sono formati per lavorare nel cinema. Il padre di questo movimento è Louis Delluc, che sosteneva che il cinema deve creare nello spettatore un’emozione transitoria; da qui nasce l’impressionismo. Apporto fondamentale del movimento è quello della fotogenia, sviluppato poi da Jean Epstein nella fotografia, scoprendo le potenzialità dei primi piani, già in fase di studio dalla cinematografia americana. Per Delluc la fotogenia non viene creata dal cinema ma bensì viene rivelata dal cinema. Marcelle L’Erbier, nel “il fu Mattia Pascal”, non ci interessa solo gli aspetti fotografici dell’immagine ma anche al ritmo e alla struttura del montaggio. Ebel Gance è l’esponente più lontano dal movimento. Egli definisce il cinema come alfabeto gli occhi stanchi di pensare. Nei suoi film e gli non rinuncia ad introdurre accorgimenti innovativi, come ad esempio quello ispirato a David W. Griffith. In “la dixieme synfonie” (1918), può essere definita come una sinfonia cinematografica, è la storia di un compositore che sta scrivendo una sinfonia in un film muto. questo film di verrà il film simbolo dal movimento impressionista. In questo film largo uso delle dissolvenze e delle sovraimpressioni. In “La roue” – “La Rosa sulle rotaie“, continua la ricerca ritmo nel montaggio, dove le immagini sono montata con una durata inferiore perché al secondo, studiato apposta per far comprendere quanta sia la confusione interiore del protagonista. In “La fine del mondo” costruito tutto sugli effetti che si potevano ottenere dalla cinecamera, cosa che già faceva il regista russo Dziga Vertov. Il movimento impressionista è troppo avanti, per questo il nome di avanguardia, porterà diversi produttori cinematografici a non supportare i registi del movimento, facendo sì che questo tipo di cinematografia diventi per uno spettatore colto, quindi per un pubblico di nicchia.

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