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Le origini del cinema – Nascita del cinema italiano

  • Immagine del redattore: Annamaria Niccoli
    Annamaria Niccoli
  • 17 gen 2018
  • Tempo di lettura: 5 min

Nascita del cinema italiano                    (di Annamaria Niccoli)

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Nascita del cinema italiano La storia racconta che la nascita del cinema italiano risale alla prima proiezione pubblica dei Fratelli Lumiere avvenuta il 13 marzo 1896 a Roma. Solo l’anno successivo in Italia iniziano ad essere prodotti dei piccoli filmati a carattere documentaristico di soli pochi minuti dove venivano ripresi imprenditori il Papa o scorci di alcune città importanti. Il primo operatore cinematografico in Italia fu Vittorio Calcina, noto per aver ripreso Re Umberto I°, la regina Margherita di Savoia, sua Santità Papa Leone XIII nei giardini vaticani. Filoteo Alberini brevettò anche lui nel 1895 un apparecchio cinematografico simile a quello dei Fratelli Lumiere. Pare che l’Italia comunque non fosse ancora pronta a questa nuova invenzione e i film venivano proiettati saltuariamente e solo film francesi. A lui si deve l’apertura della prima sala cinematografica in Italia. Si tratta della Sala Reale Cinematografo Lumiere, inaugurata nel 1899. Nel 1900 Remondini, un altro imprenditore, apre a Firenze la sala Edison che costrinse Alberini alla chiusura della sua. Alberini nel 1904 inaugura sempre a Roma Piazza Esedra il cinema moderno, prima sala di proiezione nella capitale. Nel 1904, il fotografo Arturo Ambrosio produce due film, “Manovre degli alpini al Colle della Ranzola” e “La prima corsa automobilistica Susa-Moncenisio”, cui l’operatore di ripresa era Roberto Omegna, che divenne poi uno dei più noti operatori e documentaristi cinematografici italiani. Nel 1905 a Roma, Filoteo Alberini, fonda la prima casa cinematografica italiana, “Prima stabilimento italiano di manifattura cinematografica di Alberini e Santoni”. Il loro più importante film sarà “La presa di Roma”, film della durata di 20 minuti, lunghezza della pellicola registrata 250 metri e il costo del film fu di Cinquecento lire. È un film storico di cui gli italiani divennero degli specialisti. La prima proiezione del film avvenne proprio a Porta Pia il 20 settembre 1905, in occasione dei 35 anni di Roma Capitale, si stima che alla proiezione assistettero più di centomila persone. Attualmente del film rimangono solo 75 metri di pellicola, ossia solo 4 minuti di proiezione, ora conservati nella cineteca nazionale. Seguiranno “Il terremoto di Calabria”, documentario realizzato da Omegna, che ebbe un notevole successo. La Alberini e Santoni trasforma il nome in Cines. Fra il 1906 e il 1908 nascono nuove case cinematografiche, come a Torino, Firenze, Napoli. Nei film storici si ha una predominanza di una scenografia e di una recitazione di stampo teatrale. “Il conte Ugolino” è ispirato a Dante. Nel 1908 si conosce il primo grande attore,Amleto Novelli, che darà più la misura delle sue capacità proprio nei film storici sotto la regia di Pastrone. Il regista si specializza nell’uso degli interni impiegate in riprese senza soluzione di continuità grazie a un montaggio narrativo e indica una soluzione del problema in funzione di pure esigenze cinematografiche.  A quei tempi i film avevano una lunghezza di pellicola di 100-150 metri, ed erano sufficienti ai primitivi per narrare sinteticamente le storie più complesse. “La caduta di Troia” 1910-11 realizzata da Pastrone, lungo 600 metri ispirandosi alla storia omerica. Il regista imposta il movimento delle masse e si serve di grandiose scenografie che gli consentono di cimentarsi in problemi di prospettiva fino allora trascurati. Il Campo-Lungo assume il valore di mezzo espressivo puramente cinematografico e impone il passaggio dalla quinta teatrale all’elemento costruito del cinema. In “La caduta di Pompei” si può chiamare il primo grande film spettacolare e per la ricchezza dei mezzi per l’interesse della ricostruzione della vicenda in cui si intrecciano amore bellissimo e torbida passione ci sono già tutti gli elementi che costituiranno poi la ricetta del Colosso dei titoli di testa del film risultavano già oltre al nome del regista Mario Caserini quello dello sceneggiatore o riduttore Arrigo, l’operatore Giovanni Vitrotti che doveva poi girare centinaia di altri film fra i nomi degli interpreti figuravano quelli di Fernanda Allegri Eugenia settori e Antonio Crisante Ambrosia Dunque aveva avuto buon fiuto nello scegliere La patetica vicenda della Ceca Lidia che si intreccia con gli ultimi drammatici momenti di Pompei. Infatti dopo un saggio impiego delle masse in funzione drammatica e della scenografia come elemento diretto a impressionare lo spettatore aveva concluso con la morte di Lidia finale di sicura presa il successo che gli ultimi giorni di Pompei ottennero non soltanto in Italia Ma anche all’estero una delle ragioni che spinsero i nostri produttori a Torino come a Roma ad ampliare i loro stabilimenti a impostare un ciclo di produzione continuativo in una parola accettare seriamente le basi della nuova industria dietro la quale sin dal nascere la Banca finanziava,basta dimostrato anche dalla presenza di Ernesto Pacelli dirigente del Banco di Roma nel primo consiglio di amministrazione sin dal 1906. Il cinema italiano era dunque veramente nato perché oltre i mezzi uomini servivano i finanziatori. “Cabiria”il film realizzato dal 1913 sotto il nome di Gabriele D’Annunzio le riprese e il montaggio sono le innovazioni tecniche come il vasto impiego della luce artificiale fornita da 12 lampade da 100 ampere rinforzate da riflessi contenuti stendendo carta argentata su tavole. Fu sua l’idea di affidare a un musicista come Ildebrando Pizzetti l’incarico di scrivere la sinfonia del fuoco che venne eseguita durante la proiezione in prima visione da una grande orchestra in un’epoca in cui lo svolgersi del film accompagnamento di un pianoforte e nel migliore dei casi di un’orchestra di pochi elementi della scenografia che non era di fantasia va studiata la mostra sulla base delle scoperte archeologiche grazie a una lunga preparazione è di una Precisione assoluta Anche nei dettagli lo stesso D’Annunzio dichiarava Corriere della Sera che si trattava di un film per cui la casa editrice aveva compiuto il più grande sforzo che mai sia stato fatto. Sforzo davvero imponente dal punto di vista industriale, il film costò un milione di lire dell’epoca, il poeta, che aveva suggerito i titolo i nomi dei personaggi e riscritto le didascalie, prese cinquantamila lire in oro; le ricostruzioni enormi di legno e di cartapesta erano state allestite nei teatri di posa e dei cortili degli stabilimenti Torino girati in Tunisia Sicilia Val di Lanza. Da Pastrone in poi si avrà la nascita del filone cinematografico verista, che ha agganci con la letteratura e il teatro dialettale. Film più importanti saranno “Assunta Spina” 1915 e sperduti nel buio meno 1914. Film storici, di importanza internazionale,dopo Cabiria, fu “Quo Vadis?” di Enrico Guazzoni. Di questo film sono da ricordare le sontuose scenografie. Pare che il regista avesse fatto uso di 2000 comparsa. Altri film di Enrico Guazzoni furono brutto 1910, agrippina 1910, San Francesco 1911, “Gerusalemme Liberata” 1913, “Caius Julius Caesar” 1914. Altro regista importante virgola alle origini del cinema italiano è Giuseppe Liguoro, che tratto film drammatici ricavati da opere letterarie e teatrali, ma tra tanti anche politica e sociale, come “l’inferno” 1909, “Edipo re” 1910, l’Odissea 1911, “Christus” 1914. Sono da ricordare altri registi, come Luigi Maggi e Mario Caserini, in gli “Ultimi giorni di Pompei” 1908, “Una schiava Cartagine” 1910, un “Fornaretto di Venezia” 1914.

*) CINEMA MUTO: MITO E ANTICA ROMA. IL CINEMA ITALIANO E LA STORIA (Rai Scuola); tratto da “Antologia del cinema italiano” a cura di A. Petrucci

*) STORIA DEL CINEMA di Gianni Rondolino

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