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“SUBURRA” di Stefano Sollima

  • Immagine del redattore: Annamaria Niccoli
    Annamaria Niccoli
  • 20 ott 2017
  • Tempo di lettura: 1 min


(di Annamaria Niccoli)”Suburra” del 2015  per la regia di Stefano Sollima, tratto dal romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo, sceneggiatura del film di Stefano Rulli e Sandro Petraglia. Il romanzo e il film prendono il nome da un antico quartiere dell’Antica Roma, zona fra il Quirinale e il Viminale, allora abitato per lo più da gente malfamata e molti delinquenti, dove la gente onesta era costretta a vivere nella costante paura e nell’omertà. Nelle strade di questo antico quartiere si potevano incontrare spesso politici e malviventi camminare insieme e stringere alleanze; insomma una Roma invasa dal degrado morale, più che urbanistico.  Un pò come è ora Roma Capitale descritta da Sollima. Gli antichi splendori di Roma capitale dell’Antico Impero Romano è offuscato, come lo è ora come Capitale d’Italia e sede dello Stato Vaticano. Affari loschi dove sono coinvolti politici e “Principi” della Chiesa, che stringono alleanze con la malavita per raggiungere i loro scopi e soddisfare la loro sete di potere. La trama del film si snoda su fatti storici realmente accaduti nell’ultima settimana fino a giungere alla data dell'”Apocalisse”, il 12 novembre 2011, giorno delle dimissioni come capo di Governo, Silvio Berlusconi, inizio della crisi di governo dello Stato vaticano, che nel film si parla delle avvenute dimissioni del Santo Pontefice, che in realtà avverrà nel 2013. Intorno a questi eventi storicamente importanti per l’Italia, si muovono personaggi da un’aurea oscura. Sollima descrive una Roma con tinte scure, dove la “grande bellezza” è scomparsa, dove la politica usa la criminalità organizzata per ottenere e mantenere un posto in Campidoglio o al Quirinale. Sollima volutamente non cita i nomi o soprannomi di persone reali, che invece compaiono nell’omonimo libro, come citare i nomi veri degli ultimi appartenenti alla Banda della Magliana, dei politici capitolini e del parlamentare corrotto, o del “Principe della Chiesa” anello debole dello Stato Vaticano. “Suburra” è da essere considerato come la continuazione di “Romanzo criminale” del 2005.

I fatti di cronaca politica e cronaca nera successi a Roma in questi ultimi dieci anni lo spettatore farà poca fatica a individuare le vere persone coinvolte e citate dal regista: Il vecchio boss della Banda della Magliana è Massimo Carminati; il capo clan di Ostia è Carmine Frascati, riferimento alla famiglia degli zingari Casamonica. Sollima ha saputo ben equilibrare le tinte scure ambientali, dove si muovono personaggi della peggiore razza umana, alternata da una pioggia costante notturna per l’intero film, per il regista metafora di “lavare la sporcizia dalla vita; la melma che fuoriesce dai tombini è il contraltare della “sporcizia umana che fuoriesce” cui il genere umano è condannato a vivere. “Il male è il passato, Il male è il presente, il male è il futuro”. L’avidità non conosce limiti e tutte le classi sociali , indistintamente ambiscono o la subiscono. Sollima descrive Suburra come una Apocalisse, come le scritte che compaiono nel film, che dividono i giorni , fino a giungere al giorno dell’Apocalisse, la caduta del Governo Berlusconi. In “Romanzo criminale” la malavita della periferia romana cercava di giungere al centro del potere della Capitale, “Suburra” descrive una criminalità che si è impossessata del Potere fino a soffocarla e renderla invivibile per le persone oneste. La corruzione  descritta nel film è giunta fin dentro le stanze del Vaticano e l’aula del Parlamento. Ostia è nei progetti dei politici e della malavita, perchè si trasformasse nella Las Vegas italiana, compreso un casinò. Questo gigantesco progetto si sarebbe dovuto realizzare grazie all’ “aiuto” di amministratori capitolini, vecchi e nuovi, con l’aiuto straordinario di un noto parlamentare del centro-destra. Con le dimissioni di Silvio Berlusconi si ha una implosione di governo. Con la caduta del Governo cadono tutte le alleanze di una Roma sempre più corrotta e ingovernabile.  

Filippo Malgradi è il politico corrotto, cui nel film piacciono le prostitute e la cocaina; Numero 8 è il boss emergente di Ostia; Manfredi Anacleti, capo clan degli zingari; Sabrina, prostituta che fornisce nuove escort al politico Malgradi; Viola, una tossica, compagna del nuovo boss di Ostia, Numero 8; Samurai, vecchio boss della Banda della Magliana, che cerca di fare da paciere fra le varie bande di delinquenti, ed è lui il legame fra la malavita e la politica. Samurai (Massimo Carminati), nel film verrà ucciso, in realtà il boss e vivo e fino a poco tempo fa operante. Sollima  nel suo cast ha riunito fra gli attori più importanti di questi ultimi anni, fra cui spiccano le interpretazioni di Pierfrancesco Favino, Claudio Amendola, Elio Germani e Alessandro Borghi.

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