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“Sceicco Ibrahim, Fra’ Jihad” docu-film di Àndres Rump

  • Immagine del redattore: Annamaria Niccoli
    Annamaria Niccoli
  • 28 dic 2018
  • Tempo di lettura: 1 min

Sceicco Ibrahim, Fra’ Jihaddocu-film, regia di Àndres Rump      (di Annamaria Niccoli)

Il 15 marzo 2011 in Siria scoppia la rivoluzione e il paese guidato da Assad, piomba nel caos.  “Sceicco Ibrahim, Fra’ Jihad”, un docu-film di Àndres Rump. Racconta la storia di Fra’ Jihad e il sceicco Ibrahim. Il documentario è ambientato in una moschea di Damasco e nell’antico monastero di Deir Mar Musa , che da Padre Paolo Dall’Oglio, sacerdote gesuita nel 1982 aveva riaperto l’antico monastero, vicino alla città di Nabk a circa 80 km da Damasco. La comunità ecumenica è mista e promuove il dialogo tra il cristianesimo ed islam. Il ricordo del sacerdote romano, scomparso e ancora non ritrovato da cinque anni,  è stato portato avanti in questi anni dai monaci della sua comunità, che nonostante la guerra, non smette di vivere. Il Documentario girato in Siria nel 2010 e arrivato solo oggi nelle sale italiane, grazie all’associazione Khalil Allah – l’Amico di Dio e il Magis (Associazione Italiana dei Gesuiti per lo Sviluppo). La storia in breve: Frà Jihad Youssef è un monaco di rito siro-cattolico. Sceicco Ibrahim è un sufi, un mistico musulmano, riferimento della moschea ad-Daghestani, sempre a Damasco. Il regista, attraverso le sue  immagini, pone l’accento sull’importanza del dialogo tra due mondi, due religioni, ma soprattutto due uomini. Uomini simili per cultura, entrambi siriani e vicinanza geografica, entrambi di Damasco, ma anche di condivisione di intenti e spiritualità, quella spiritualità che porta all’accoglienza l’uno dell’altro, che è alla base della filosofia di vita dei monaci di Dei Mar Musa e del dialogo islamo-cristiano. L’attuale deriva storica li vorrebbe divisi, addirittura nemici, ma loro sono amici e vogliono continuare ad esserlo per testimoniare, alla Siria e al mondo, che è sempre possibile l’incontro tra cristiani e musulmani. Il regista ha saputo riprendere frammenti di vita quotidiana, tratti da conversazioni spontanee, sia singoli che tra i due religiosi, il lavoro manuale. Il documentario è stato registrato Nel Monastero prima dell’inizio della guerra, nel 2010. Una storia di dialogo e di amicizia possibile in un momento carico di tensioni, dopo i numerosi segnali di espansione del fondamentalismo in Medio Oriente. Afferma Fr. Jihad: “Il dialogo non è convincere l’altro ma è accoglierlo per quello che è. Per prepararsi al dialogo non basta solo lo studio, ma è necessaria molta spontaneità. Il dialogo non è un punto di arrivo, ma un cammino.”- e conclude – “Chi conosce veramente Dio non deve avere nessun timore”.


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