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“Mamma Roma” di Pier Paolo Pasolini

  • Immagine del redattore: Annamaria Niccoli
    Annamaria Niccoli
  • 19 set 2017
  • Tempo di lettura: 4 min

“Mamma Roma”      di Pier Paolo Pasolini       (Annamaria Niccoli)


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“Mamma Roma” è il secondo film di Pasolini, del 1962. La protagonista, Anna Magnani, è una donna che tenta di riscattarsi da una vita di stenti, maltrattamenti. Da Carmine, Franco Citti, per anni ha costretto la donna a prostituirsi. Con il matrimonio dell’uomo la donna crede di potersi fare una vita nuova insieme al suo unico figlio Ettore. Il ragazzo non è a conoscenza del mestiere della madre perchè cresciuto in collegio, nei pressi di Guidonia. Con il matrimonio del  protettore Carmine, Mamma Roma decide di Trasferirsi  in un piccolo appartamento della periferia romana, portando con se il figlio. Qui il giovane s’innamora perdutamente di Bruna, una ragazza madre più grande di lui. La situazione sentimentale del figlio è d’intralcio ai progetti di riscatto sociale della madre; lei vuole il meglio per il figlio. La madre cerca di trovare anche un lavoro al figlio. Si reca dal parroco del quartiere per cercare conforto e consiglio e aiuto. Il sacerdote non può far altro che consigliare di far ritornare il ragazzo fra i banchi di scuola. La donna invece organizza un ricatto ai danni di un suo cliente, con la complicità di una sua “compagna di strada”  Biancofiore.


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Il cliente è uno dei più noti ristoratori della Capitale, sarà costretto ad assumere Ettore per evitare che la moglie scoprisse che l’uomo frequentava abitualmente le prostitute. Sembra che tutto vada bene secondo i progetti di Mamma Roma, quando diverso tempo dopo ricompare Carmine, stufo della vita matrimoniale ha lasciato la moglie. L’ex prostituta che intanto aveva avviato un’ attività commerciale presso il mercato di quartiere è la totale disperazione. inizia ad avere una doppia vita, di giorno a vendere frutta e verdura e di notte a prostituirsi, tutto è tenuto nascosto a Ettore;  Sarà la compagna Bruna a mettere al corrente di tutto quel che fa la madre. Il ragazzo non regge al duro colpo e ritorna a frequentare la vecchia e malsana compagnia, finendo in breve tempo per mettersi nei guai con la Giustizia. Ettore verrà arrestato per un piccolo furto, ma poi successivamente portato nel reparto di psichiatria del carcere, dove dopo qualche giorno morirà. E’ il momento più drammatico e intenso del film, mamma Roma scopre la morte del suo unico figlio e tenta il suicidio; non riuscirà nel suo intento perchè verrà fermata da un piccolo gruppetto di suoi amici del mercato.


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IL regista ha scelto di effettuare delle riprese ad effetto,  come all’inizio del film, dove Mamma Roma partecipa al matrimonio del suo protettore, dove l’inquadratura centrale  rievoca “L’ultima cena” di Leonardo.  Quell’ultima cena rievocata da Pasolini è dissacratoria, dove in un ambiente spoglio compaiono tre maialini; Oppure vi è la morte di Ettore , che è un riferimento all’arte pittorica del Mantegna. In opposizione a questa ripresa vedremo la Mamma Roma che guarda la nascente periferia romana con al centro la cupola della Basilica di San Giovanni Bosco, in costruzione. Nella sceneggiatura del film l’elemento che compare ossessivamente, sia come dialoghi che in inquadrature è la Morte. Mamma Roma con il figlio che osservano il paesaggio  urbano dalla finestra della loro casa, un cimitero; Ettore e bruna ogni qual volta che s’incontrano, finiscono per parlare sempre della Morte; Pasolini descrive la morte di Ettore secondo i canoni cristianologica; Ettore per tre volte nega alla madre di amare Bruna, come fece Pietro se conoscesse un uomo di nome Gesù. Pasolini crea una vera opera d’arte cinematografica, che però da moti suoi detrattori, critici e da molti politici, non venne affatto accolta bene (così sarà per tutti gli altri film del regista). Gli insulti  contro Pasolini furono tanti e forti, tanto da cadere sempre nel privato, per il solo fatto di essere un omosessuale, un “pornografo”, quindi una vergogna per la società e gli intellettuali italiani.


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Alla presentazione del film Pier Paolo Pasolini venne aggredito anche fisicamente  da alcuni esponenti dell’Estrema Destra. Ma perchè questo titolo al film? La parola Mamma è per antonomasia rappresentativa della famiglia, della madre, della donna e della moglie. La Madre è l’unica che è disposta a dare anche la sua vita pur di salvare quella del figlio; La Mamma è quella disposta a disposta a togliersi il pane dalla sua bocca pur di dare il meglio della vita a suo figlio.  La fidanzata Bruna è rappresentata  da Pasolini come una “madre con bambino”, ha un volto angelico, che però per Mamma Roma è vista come la donna che le toglierà l’affetto del figlio, senza fare distinzione fra i due amori, completamente  diversi fra di loro anche se complementari. Ettore, che a inizio film è stato presentato come un bravo figlio, nel tempo cambia, credendo d’essersi ben inserito in un gruppo di “borgata” , finirà anche lui per mettersi nei guai con la giustizia. Verrà arrestato per un piccolo reato, inconsapevolmente finirà per essere rinchiuso nel reparto di psichiatria del carcere, dove pochi giorni dopo finirà per morire fra atroci sofferenze e invocando più volte e inutilmente la presenza della madre. La morte del ragazzo è presentata come una tragedia sacra, con ambienti spogli e sudici.

La-scena-finale-di-Mamma-Roma-di-Pier-Paolo-Pasolini-ricorda-Il-Cristo-Morto-di-Andrea-Mantegna

“A mà…mamma…sto a morìdal freddo, stomale. Dijielo te che me sciogliessero, mamma. Mamma…mamma, sto a morì. E’ tutta la notte che sto qua…Nun gnè a faccio più…A mà perchè me stanno a fa così?”


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