“Le confessioni” di Roberto Andò – 2016
- Annamaria Niccoli
- 24 feb 2018
- Tempo di lettura: 2 min
“Le confessioni” di Roberto Andò – 2016 (di Annamaria Niccoli)
La vicenda è ambientata in un lussuoso albergo in Germania, che corrisponde all’effettivo Summit del G8 nel 2007 avvenute alle pendici delle Alpi di Youth. In questa ambientazione si muovono i diversi ministri dell’economia di tutta Europa, persone anonime dalla scarsa personalità. Nell’albergo dove viene ospitata la riunione dei ministri dell’economia, si aggira una scrittrice, una rock star è un monaco certosino e grande matematico, Roberto Salus, (Toni Servillo), che è l fortemente legato al suo ministero e al suo segreto sacerdotale. Nella nottata precedente l’inizio della riunione dei ministri, Rocher (Daniel Autuil) direttore del Fondo Monetario Internazionale, muore suicida. Si scopre che la notte precedente il ministro aveva incontrato il monaco e con lui aveva parlato molti minuti, senza far trapelare niente del suo imminente suicidio. Inizialmente tutti cercano di carpire i segreti confessati dal Ministro al Frate, lentamente quelle stesse persone finiranno per confessarsi anche loro. Davanti a queste confessione si svela il senso di forte impotenza che hanno pure gli anonimi ministri davanti alle dinamiche politiche ed economiche degli Stati più potenti del mondo. Questa ondata di confessioni dovuto al venir meno del loro ministro di riferimento, che rappresenta il “dio denaro”, in loro iniziano a sorgere grandi dubbi di coscienza, dove la ragion di Stato può essere seguita. Pian piano si rendono conto i ministri che alle regole dettate dall’ economia mondiale sono costretti a sottostare tutti gli Stati. Il regista Andò crea delle visioni metafisiche, un aria rarefatta, che con il suo ritmo lento da al film un’atmosfera luminosa è una poetica dolce e gentile, che da tempo manca nel cinema. Oltre che alla presenza, come attore di Toni Servillo, compare la brillante prestazione attoriale di Pierfrancesco Favino, ministro italiano che durante tutto il film non avrà un vero scambio verbale con il monaco, tranne che le poche parole che sembrano essere frasi degne da essere inserite in un testamento. Bellissimo è l’inizio è l’inizio del film, dove vengono inquadrati molte donne velate, in rappresentanza del folto mondo mussulmano, che poi scompare per essere rimpiazzato dall’ imponente figura del frate, in rappresentanza e contrapposizione, il mondo cristiano. Le bellissime musiche del film sono di Nicola Piovani. Per quanto sia bella la fotografia e l’ambientazione, purtroppo il film di Andò è sotto le aspettative, da un regista come lui mi sarei aspettata di più.
Comentarios