LA TERRA VISTA DALLA LUNA di Pier Paolo Pasolini
- Annamaria Niccoli
- 24 ago 2017
- Tempo di lettura: 2 min
LA TERRA VISTA DALLA LUNA di Pier Paolo Pasolini (Annamaria Niccoli)
LA TERRA VISTA DALLA LUNA è un racconto di Pier Paolo Pasolini appartenente a un libro mai pubblicato “Il buro e la bura”, che dallo stesso regista venne poi trasformato in un cortometraggio inserito nel film a episodi “Le Streghe”, prodotto da Dino De Laurentiis, cui l’attrice protagonista di tutti gli episodi di vari registi è la moglie Silvana Mangano. Del cortometraggio di Pasolini come protagonisti maschili si ha nuovamente l’accoppiata Totò e Ninetto Davoli. LA TERRA E LA LUNA appartiene a un progetto mai realizzato del regista, un film a episodi composto da di quattro cortometraggi: “Cosa sono le nuvole?”, “La Terra vista dalla Luna”, “Le avventure di Re Magio randagio e il suo schiavetto Schiaffo” e “”Mandolini”. Nel 1966 il produttore De Laurenttiis darà la possibilità di partecipare con due suoi episodi in due film: “Le Streghe” e “Capriccio all’italiana”. Pasolini accetta l’offerta fatta dal noto produttore, ma gli altri due episodi progettati non verranno mai realizzati.
“La Terra vista dalla Luna” è da essere inteso come la continuazione ideale del più noto film del regista, “Uccellini e uccellacci”. Il film è una favola, ed è un omaggio alle comiche dell’attore e regista Charlie Chaplin. Di questo lavoro non esiste la stesura della stesura scritta della sceneggiatura, le varie scene sono state illustrate in forma di fumetto dallo stesso regista. La fiaba, dal sapore “amaro” è stata registrata fra le baracche della periferia romana, luogo preferito da Pasolini ed era l’esatta rappresentazione di una Italia stravolta dal boom economico degli annui 50/60. I personaggi appartenenti al racconto, sono inseriti in un paesaggio surreale, dove ci si muove fra campagne incolte e desolate, casette in mattoni povere o “catapecchie”. Pasolini presenta l’inizio della favola con una didascalia:
“Visto dalla Luna, questo film che s’intitola appunto La Terra vista dalla Luna non è niente e non è stato fatto da nessuno…ma poichè siamo sulla Terra, sarà bene informare che si tratta di una fiaba scritta e diretta da un certo Pier Paolo Pasolini”. Le prime scene iniziano in un cimitero dove”Ciancicato Miao” (Totò) e suo figlio “
Baciù” (Ninetto Davoli) piangono sulla tomba della moglie-madre, “Crisantema”. Appena finito recitare le preghiere, Miao e Baciù decidono di cercare una nuova madre-donna. La ricerca dura più di un anno. incontreranno una vedova isterica, una prostituta, un manichino. Dopo tanto cercare incontreranno, davanti a un altarino, una bellissima donna, dai capelli verdi, che sta pregando. A Miao gli occhi s’illuminano, è la donna dei suoi sogni! I due uomini, dopo aver posto tante domande alla donna, scoprono che è sordomuta e che si chiama “Assurdina Cai”. Immediatamente Miao decide di sposarsi. I due uomini felici e baldanzosi, accompagnano la moglie-madre alla sua nuova dimora, una catapecchia. Quell’abitazione fatta di canne e frasche dentro è piena zeppa di cianfrusaglie, sparse disordinatamente, “Ma non ci sono scarafaggi!” Assurdina non si fa prendere dallo sconforto e in men che non si dica mette orine in quell’umile catapecchia trasformandola in una vera bomboniera. Poco tempo dopo nella borgata verrà messa in vendita la casa vocino a loro, di mattoni. Miao sogna quella casa da tempo, pur sapendo che non ha i soldi. Padre e figlio convincono Assurdina d’inscenare un tentativo di suicidio al Colosseo. I tre protagonisti sperano che la Società gli dia un aiuto. Si radunano sotto il monumento capitolino un gran numero di persone mentre la donna inscena il suicidio. con l’aiuto di due complici del trio, due complici fra il pubblico inizia la colletta. nel frattempo, nuovamente compare una copppietta a passaggio, in tenuta sahariana, che già è stata vista per alcuni secondi durante la prima parte del film. L’0incauta e disattenta coppietta dopo aver mangiato una banana butta in terra la buccia, lì dove è Assurdina. La moglie di Miao non si accorge di questo gesto e pone il piede sulla buccia, causandone così l’involontaria caduta dam monumento morendo sul colpo. Mestamente padre e figlio ritornano al cimitero per pregare sulla tomba di Assurdina. Piangenti ritornano alla catapecchia. Nell’aprire la porta i due si trovavano davanti il fantasma della donna. I due fuggono nella campagna in preda al terrore; ripreso coraggio ritornano a casa, trovandosi nuovamente davanti il fantasma di Assurdina. Miao accertato che la moglie defunta può continuare ad assisterlo, decidono tutti e tre di continuare a vivere insieme. Il film si conclude con un ultima didascalia:
“Morale: essere morti o essere vivi è la stessa cosa”.
“La Terra vista dalla Luna” a prima visione dà l’impressione d’appartenere stilisticamente all’epoca del cinema muto degli anni 20/30, pur avendo suoni e colori. Questa pellicola è la prima a colori di Pasolini. Venne registrata in una settimana, mentre il regista era già impegnato in un altro suo film “Edipo Re”. Il regista presenta tre personaggi che apparentemente sembrano essere guai e sereni, ma scopriamo che invece tutta la favola è “amara”. Essa è un’analisi fredda e cinica della nascente società dei consumi, che già dai tempi del regista, si presenta frenetica e cinica, cui entro breve tempo porterà la società all’abbassamento culturale e alla diminuzione della comunicazione fra le persone. Pasolini è certo che abbiamo imboccato una strada , senza ritorno, della società individualista, senza cuore e sentimento. Importante è la battuta di Ciancicato Miao (Totò): “La vita è un sogno e gli ideali stanno qua (sotto la suola delle scarpe)”. Con questo cortometraggio siamo alle prese con una nuova comicità surreale, che verrà portata avanti solo da pochi altri grandi Maestri del cinema. Il voler presentare un paesaggio di borgata e completamente privo di presene umane il regista ha voluto far intendere allo spettatore in quale deserto culturale vive ora l’uomo; da ciò questa opera pasoliniana è tutt’ora attuale. Il personaggio Assurdina ha una doppia chiave di lettura. La donna madre-e moglie bella e dolce; ma anche in chiave maschilista, donna servizievole, brava nelle faccende di casa e di donna, che deve solo “sottomettersi” all’uomo e che non ha nulla da dire. Quindi, Assurdina che sia viva o morta non importa , basta che svolga i suoi doveri di mogli e madre.“Morale: essere morti o essere vivi è la stessa cosa”, pensiero pasoliniano lascia nello spettatore una sensazione sgradevole: Si nasce con un unico vero obiettivo nella vita, che porta solo alla morte e qualsiasi soluzioni si cerchi per evitarla nessuno troverà mai la soluzione.
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