“Il prezzo di Hollywood”
- Annamaria Niccoli
- 19 apr 2019
- Tempo di lettura: 1 min
“Il prezzo di Hollywood“, regia di George Huang (Annamaria Niccoli)
“Il prezzo di Hollywood“, regia di George Huang, del 1996. Interprete principale Kevin Spacey, che rappresenta il dispotico impresario cinematografico e vice presidente della Keystone Studio, Buddy Ackerman, doppiato in italiano dal nostro bravissimo Giancarlo Giannini. Anche se questo film di Kevin Spacey è poco conosciuto, forse è tra le migliori interpretazioni, dove spesso ha messo in secondo piano gli altri attori pochi del cast. L’antagonista dell’impresario è Guy, promettente sceneggiatore che è riuscito a farsi assumere dalla Keystone, storica casa di produzione cinematografica risalente ai primi anni del 900. Guy rappresenta l’uomo comune, debole e succube di fronte a un uomo dal fortissimo carattere ma molto spregiudicato. Riesce a sopportare tutte queste torture psicologiche solo per il grande amore che ha per l’avvenente Dana Lockard. Ma una sera involontariamente s’ inserisce in una conversazione telefonica fra il produttore e l’avvenente sceneggiatrice, scoprendo che fra i due vi è una relazione che dura da più di due anni. Guy superato ogni limite di sopportazione esplode. Con un abile colpo di scena il carnefice diventa vittima. E Dana? Nel corso di una furibonda lite Guy spara uccidendo Dana salvando l’uomo. Questa scena possiamo definirla come una grande sottolineatura di come il plagio possa determinare anche la vita o la morte di una persona. La morte di Dana lega indissolubilmente l’impresario e il segretario, nell’ottica di promesse che nessuno sa se verranno mai mantenute. Tutto immaginato come tutto potrebbe essere vero? Il film venne inizialmente sottovalutato, attualmente alla luce degli scandali scoperti ad Hollywood, ora può essere definito di forte impatto emotivo, che descrive una Hollywood fondata da sempre su i compromessi, il cinismo e la spregiudicatezza. Film che apre uno squarcio nel mondo dorato hollywoodiano che spesso viene descritto come un’isola felice. In primo piano è da mettere il non insolito connubio della triade “denaro–potere–sesso“; a volte non è importante quanto sia incisiva una sceneggiatura, ma quanto profitto economico porterà alla casa di produzione del film. Un film dalla forte sceneggiatura che forse ha sbagliato i tempi di uscita. Negli anni novanta, il pubblico e chi lavora in quel mondo apparentemente ovattato del cinema americano, non ha accettato di buon grado quella feroce critica dei vari meccanismi che muovono un certo tipo di cinema. Il regista George Huang, dopo aver realizzato questo film ritorna nell’anonimato; da apprezzare però che è riuscito a realizzare un’opera cinematografica coraggiosa. “Il prezzo di Hollywood” è un film per tutti, da vedere più volte e magari da aprire qualche discussione su quello che è diventato l’attuale mondo del cinema.
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