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I MAGI RANDAGI di Sergio Citti

  • Immagine del redattore: Annamaria Niccoli
    Annamaria Niccoli
  • 12 nov 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

I MAGI RANDAGI di Sergio Citti (Annamaria Niccoli)

“I Magi randagi” è un film di Sergio Citti; sceneggiatura dello stesso regista,  Diavid Grieco e Salimbeni; musiche di Ennio Morricone. Attori principali: Silvio Orlando, Rolf Zacher, Patrick Bauchau e Gastone Moschin. Compaiono anche attori storici del regista: Laura Betti Franco Citti e Ninetto Davoli e Mario Cipriani. Il film di Citti nasce da un’idea del suo carissimo amico, lo scrittore, poeta e regista Pier Paolo Pasolini. Questo progetto, in origine, apparteneva ad un altro film, “Porno-Teo-Kolossal”, cui l’interprete principale avrebbe dovuto essere Edoardo De Filippo. Il film non venne realizzato da Pasolini causa la sua prematura e drammatica morte. A venti anni dalla morte del poeta friulano, il testimone verrà raccolto da Sergio Citti. La bozza di questa sceneggiatura la troviamo in un altro film, non ultimato “Il Cinema”. “I magi randagi” è un film molto interessante. Essa è una favola dal sapore agro-dolce, che racconta le varie peripezie di tre attori di strada, che dopo essere stati licenziati, si trovano a organizzare  e poi partecipare a una “Natività” in un paese. Sergio Citti ambienta la sua opera cinematografica nella periferia romana, che è molto diversa da quanto lui l’ha iniziata, insieme a Pasolini, negli anni 1960. L’Italia nel 1990 è stata completamente trasformata dal progresso economico e industriale; conseguentemente anche la società è cambiata. I personaggi raccontati da Citti agli inizi del suo lavoro nel cinema, sono quasi del tutto scomparsi. “I tre re magi” sono dei saltibanchi, degli straccioni, che vagano per le campagne, che cercano di guadagnare “un tozzo di pane” inscenando il loro spettacolo, da molti contestato. Un giorno i Magi incontrano un gruppo di persone che stanno contestando il sacerdote del paese (Gastone Moschin). I vecchi re magi sono stati licenziati perchè hanno chiesto un compenso economico molto alto per le povere casse di quella piccola parrocchia. I tra uomini si propongono al sacerdote e al sindaco come i sostituti dei Magi. I Nuovi Re Magi scoprono che nel presepe vi è il Bambin Gesù di terracotta. “Il bambiniello” non può essere un pupazzo”! Purtroppo in quel paese non nascono bambini da tempo, la gente non li fa più perchè costano troppo. Giusta osservazione del regista è : la famiglia ha perso il suo ruolo, la sua identità; i soldi sono diventati la rovina della società!”Il dio denaro è stato posto al centro degli interessi dell’uomo del secondo millennio. “Senza bambini non potrà esserci una nuova società? ” In questo Sergio Citti fu profetico, la problematica da lui esposta sta coinvolgendo l’Italia in questi ultimi anni. Una notte i tre uomini sognano nello stesso momento Dio che l’invita a cercare il Messia.

E’ da questo punto che il racconto si trasforma in una favola. Una notte i tre “randagi” si trasformano in tre “veri” magi. I tre uomini riprendono il cammino proprio dall’ idroscalo di Ostia. E’ qui che possiamo vedere una vera perla di sergio Citti, che è un omaggio al suo maestro Pasolini. Le riprese riprendono dal luogo esatto dove venne ucciso il poeta.  E’ lì intorno a quei mattoni messi in circolo per contrassegnare il luogo del delitto. Lì i tre uomini trovano la Madonna (Laura Betti. Citti per mettere in risalto la drammaticità del luogo compie un atto d’amore, su quel luogo la Madonna con Gesù. Quando la madonna si allontana, per entrare nella borgata, lascia in terra un lenzuolo insanguinato, come a legare il sudario di Cristo e il lenzuolo che copre il corpo straziato di Pasolini. Nella borgata possiamo vedere altri attori, tutti preferiti al poeta, come : Ninetto Davoli, Franco Citti, Mario Cipriani e Laura Betti. Per Citti il Messia nasce nella baraccopoli, “nato fra gli ultimi il figlio di Dio”. Citti però crea una ruttura  nel racconto, il neonato, poco dopo, si scopre essere una femminuccia. I magi sono costretti a riprendere le ricerche del Messia. Dopo qualche tempo trovano un altro bambino, che poi si scoprirà avere un fratello gemello. “Il Messia non ha gemelli!”  Con questa bella favola Citti ci ha voluto dire che il Messia è in tutti i bambini del mondo appena nati. Ultima bella e grande favola di Citti e del cinema italiano, che ha dovuto battersi contro le grandi produzioni cinematografiche straniere. Anche se il film è stato distribuito dall’Istituto LUCE, nel 1998, venne poi restaurato con i fondi del Ministero. Una bella favola che in Italia pochi conoscono e che venne preso poco in considerazione durante il Festival del Cinema di Venezia. Solo dopo diversi anni il film venne rivalutato. Il Ministero dei Beni Culturali, dipartimento dello Spettacolo, riconosce l’opera di Sergio Citti, “I Magi Randagi”, film d’interesse culturale nazionale, approvato, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

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