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Confucio – Hu Mei (Cina 2010)

  • Immagine del redattore: Annamaria Niccoli
    Annamaria Niccoli
  • 23 dic 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

Confucio, film del 2010, prodotto è diretto da Hu Mei              (di Annamaria Niccoli)

con Chow Yun-Fat nel ruolo del grande filosofo cinese. Il film è stato realizzato per il sessantesimo anniversario della fondazione della Repubblica Popolare cinese. È costato più di 22 milioni di dollari. Dal film Confucio ci si aspettava un ottimo lavoro, anche per il costo alto della realizzazione. Ottima e la prestazione di uno dei più grandi interpreti del cinema tradizionale cinese. Purtroppo i risultati non sono stati ottimi, nel botteghino, né come recensioni e critiche a livello internazionale. La cinematografia cinese specializzata nelle ricostruzioni storiche, i risultati di questo lavoro cinematografico sono stati al di sotto delle aspettative. Confucio pubblicato lo stesso anno di avatar, realizzato negli Stati uniti, in Cina è stato esaltato dal governo. Il film e la biografia del grande pensatore cinese vissuto nel 500 a.C. Nel quinto secolo a.c. l’impero cinese, il più grande al mondo, continuamente avvenivano lotte interne fra le famiglie più importanti e potenti del paese per avere il sopravvento e il comando del paese. Confucio nasce nello stato di Lu, diventando in breve tempo uomo di cultura, abile stratega, in grado di dare consigli, divenuto Primo Ministro, è in grado di influire sulle scelte del regno. Confucio nella corte imperiale si contraddistingue per saggezza, per gli alti valori morali e umani, uomo molto amato e seguito dai ragazzi, perché ottimo consigliere e maestro di vita. A momenti alterni la vita a Corte del filosofo, sarà allontanato per poi farvi ritorno. Purtroppo il pensatore inevitabilmente entrerà in conflitto con le macchinazioni politiche del generale Ji Hengzi. Lo scontro politico fra i due uomini porterà Confucio ad abbandonare la famiglia, per vagabondare per l’impero per i successivi 14 anni, seguito dai suoi allievi. E in questi anni che l’uomo si dedicherà intensamente all’insegnamento della filosofia. Le lezioni di politica e di filosofia, vennero adottate come dottrine ufficiale durante la dinastia Han, che nei secoli divenne il pilastro del pensiero politico dell’impero cinese, fino alla caduta nel 1911, sotto la dinastia Quing. Corsi e ricorsi nella storia, durante tutto il 1900, gli insegnamenti di Confucio vennero abbandonati, anzi criticati e contestati. Molti testi di Confucio, durante la rivoluzione culturale, vennero distrutti, come tanti altri libri, e vennero perseguitati tutti gli intellettuali più importanti del paese. Solo all’inizio del secondo millennio Confucio, e l’avvento al governo della quinta generazione dalla nascita della Repubblica Popolare Cinese, è stato reintrodotto nell’insegnamento, sono state ripristinate le cerimonie per ricordare il giorno della nascita del filosofo; Proprio perché il 2015, che era il 60°anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese e il 2560°  anniversario della nascita di Confucio fatto, dalla regista ci si aspettava un’opera cinematografica, quasi monumentale, purtroppo non è stato così. Il film diviso in 8 parti si è perso nella narrazione, momenti salienti della vita di Confucio sono stati e trattati superficialmente. Le scene di guerra sono state trattate in modo approssimativo, sia come ricostruzione storica, che per l’uso degli effetti speciali, a dir poco fuori luogo e donna ottimamente usati. Pochi sono i riferimenti degli scritti del filosofo, come sono inefficaci i dialoghi di tutto il film. Solo L’interpretazione dell’attore principale, che impersona Confucio, è brillante. Avrebbe potuto essere un bellissimo film, soffermandosi sugli scritti del filosofo, e non divagando sugli eventi storici. Ottimo film drammatico, ma non può definirsi un ottimo film storico, perché molte linee guida Non sono state seguite. Buona e la fotografia.

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