“CHE COSA SONO LE NUVOLE ?”
- Annamaria Niccoli
- 22 ago 2017
- Tempo di lettura: 4 min
“CHE COSA SONO LE NUVOLE ?” Pier Paolo Pasolini
( di Annamaria Niccoli)
“Che cosa sono le nuvole?” è un cortometraggio scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini, inserito insieme ad altri cinque episodi di “Capriccio all’Italiana” del 1967.
Il film è scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini ed è una rivisitazione dell’ “Otello” di W. Shakespeare. E’ il racconto di un gruppo di marionette, metà burattini e metà umane, che sul palco recitano il ruolo che gli è stato affidato, ma dietro le quinte sono come dei perfetti umani, pensano. Se nella tragedia Shakespiriana Otello uccide la sua amata Desdemona per la gelosia, nell’opera Pasoliniana il pubblico presente nella piccola sala teatrale di borgata, irrompe sul palco per evitare che Otello (Ninetto Davoli) uccida Desdemona (Laura Betti), istigato dall’amico Jago (Totò). Le marionette verranno fatte a pezzi dal pubblico, per poi essere raccolte e trasportate in discarica dal “monnezzaro”. Questo ruolo è interpretato da Domenico Modugno, che è il compositore delle musiche della canzone scritta da Pasolini, e che da il titolo al film “Che cosa sono le nuvole?”.

Questa opera cinematografica sarà l’ultima di Antonio de Curtis in arte Totò. il film venne ultimato nel 1967, ma distribuito nelle sale cinematrografiche nel 1968, e non venne visto dall’artista napoletano deceduto l’anno precedente. L’opera Pasoliniana è da essere intesa come una allegoria sulla vita, cui il vero protagonista è Jago che ai danni di Otello ordisce una serie di tranelli, con l’aiuto di Cassio (Franco Franchi) ai danni di Desdemona.
All’ingresso dello strampalato teatro di borgata Pasolini pone in bella vista il quadro di Velazquez “Las Meninas” facendo così comprendere allo spettatore che il film ha una doppia chiave di lettura; Guardare l’azione teatrale e partecipare all’azione teatrale, ossia si può ascoltare e partecipare ai sentimenti espressi dai pupazzi-attori ma non si può entrare nelle pieghe psicologiche più recondite degli attori-pupazzi e ne tanto meno dello scrittore.
Pasolini intenzionalmente ha proposto doppi piani di lettura: Il teatro nel cinema, intesa come separazione fra il mondo reale e la finzione; i rapporti indissolubili dell’esistenza umana, da essere intesi come L’ “essere e apparire” o come vita e morte. All’inizio della commedia il burattinaio, quello che tutti comanda, si presenta così: “Questa non è solo una commedia di ciò che si sa ma anche di ciò che non si sa. Questa non è soltanto la commedia delle bugie che si dicono,ma anche della verità che non si dice”. Apparentemente queste parole misteriose sembrano incomprensibili, ma questo è il mistero che ognuno di noi ci trasciniamo al momento della nascita, così come farà il nuovo burattino, Otello.

Pasolini pone in Otello il suo alter ego, sottolineandone la gioia di vivere, la felicità, l’entusiasmo che contraddistinguono nella realtà l’attore romano Ninetto. Nel prosieguo della sceneggiatura del film la gioia di vivere verrà sostituita dalla presa di coscienza del male nel mondo. L’uomo è dimentico del vero motivo perchè è venuto al mondo. La sua anima si stacca, ed è costretto a vivere una vita non sua, diversa. Con l’aiuto di Jago e Cassio,Otello si rende conto come tutti gli altri uomini sulla terra, quindi non ragionando più da marionetta, di non vivere una vita reale, ma di vivere nella realtà costruita da altri, quella delle marionette. “Tutto è finzione!”.
Il moro Otello vive nel teatro dei burattini, dove la vita è tutta una finzione, dove tutti indossano una maschera, così come è nella realtà; Lui non vuole uccidere la sua amata Desdemona, come non vorrebbe essere tradito da Jago, ma il burattinaio (metafora della vita) decide per tutti, ovvero è colui che decide del destino altrui. Il pubblico, composto dalle classi popolari, ma di sani principi morali, odia profondamente quell’azione teatrale che si sta svolgendo dinanzi ai loro occhi (un’omicidio ), ma a sua volta compirà metaforicamente la stessa azione ossia la distruzione delle marionette Otello e Jago. Il teatro come l’arte sono le due uniche espressioni artistiche a rivelare la verità, che noi tutti siamo costretti a nascondere. Nelle ultime scene del film il monnezzaro carica i corpi delle marionette su un vecchio furgoncino per portarli in una discarica abusiva. Il regista descrive lo spazzino come il novello Caronte che porta le marionette nel loro ultimo viaggio prima della loro distruzione (morte). L’ultimo viaggio sarà la scoperta del “vero” mondo, quello che non hanno mai visto e conosciuto:
Otello: iiiih, cosa sono quelle?
Jago: sono … sono le nuvole…
Otello: e che so’ le nuvole ?
Jago: boh!
Otello: quanto so’ belle! quanto so’ belle!
Il finale svela la verità nascosta o che nessuno ha mai voluto vedere, ecco il riferimento diretto alla prima scena del film, dove si vede il quadro di Velazquez; Jago e Otello muoiono nella verità. L’ultima scena del film sarà una bellissima visione del cielo, dove Pasolini cita Baudelaire:
“Oh, straziante, meravigliosa bellezza del Creato!”.

Il cortometraggio è da essere definito come un capolavoro del regista, una toccante e suggestiva Opera il cui fine è trattare il complesso mondo umano, la sua psiche, i suoi sentimenti. Nel cast compariranno altri nomi importanti del cinema italiano: Ciccio Ingrassia, Franco Franchi, Laura Betti, Carlo Pisacane, Adriana Asti, Mario Cipriani, Francesco Leonetti, attori provenienti dalla avanspettacolo, caduti negli anni ’60 nell’oblio del cinema. A lavorare insieme a questi grandi attori vi è “l’attore di strada” preferito di Pasolini, Ninetto Davoli.
Comments