Afganistan: Bacha-bazi “bambino giocattolo”
- Annamaria Niccoli
- 4 set 2018
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Bacha-bazi “bambino giocattolo” (di Annamaria Niccoli)
Esiste una secolare tradizione in Afghanistan, quanto mai crudele, che coinvolge la sessualità dei bambini. Sia testimonianza di adulti che hanno rapporti sessuali con bambini, fin dall’ottavo secolo d.C. già sin da tempi quei “bambini giocattolo” rappresentavano uno status symbol di uomini ricchi, ma per noi occidentali, pedofili. Il conte Pahalen agli inizi del ventesimo secolo scriveva: “come l’orchestra inizia a suonare entrano i Batches, giovani maschi appositamente addestrati per eseguire un particolare insieme di danza. A piedi nudi e abbigliati come donne, con lunghi e vivaci camicie di seta che arrivano alle ginocchia e pantaloni stretti fissati attorno alle caviglie, le braccia e le mani brillano piene di anelli e braccialetti. Portano i capelli lunghi fino a raggiungere alle spalle, anche se la parte anteriore del capo e rasata. Le unghie delle mani e dei piedi sono dipinte di rosso…” Attualmente questa Brutale tradizione afgana esiste e i bambini vengono definiti bacha-bazi. I bambini introdotti in questa tradizione sono perlopiù bambini abbandonati che vivono per strada, oppure vivono negli orfanotrofi, ho vendute dalle stesse famiglie perché molto povere, e comprati da uomini ricchi o politicamente molto potenti o militari. L’età dei bambini interessata ha questa forma di schiavitù sessuale va tra gli 8 e 14 anni. Spesso questi uomini perversi, per nascondere i loro crimini, uccidono le loro vittime.questa forma di perversione, nei paesi occidentali, è conosciuta da diversi anni, ma tutti colpevolmente tacciono perché il tutto abbia fine. nel 2009 l’ex Rappresentante Speciale del Segretariato Generale ONU per i minori nei conflitti armati, Radhika Coomaraswamy, denunciava: “prima ogni qualvolta ho parlato agli afghani dalla comunità diplomatica di questo argomento (bambini giocattolo), ma non sarebbero le mie parole hanno suscitato solo enorme imbarazzo… Soprattutto nei circoli ufficiali”…”qualcuno mi ha suggerito di non parlare di questa cosa”…”dove andare prima va affrontata la guerra e poi tutte le altre questioni”; solo nel 2011 la rappresentante del segretariato riesce a firmare un accordo fra ONU e Afghanistan per cui il governo si impegna a condannare chi abusa dei “ragazzi danzanti”. Purtroppo questa legge verrà applicata solo 6 anni dopo. Nel 2010 venne realizzato un documentario per la televisione dal regista Najibullah Quaraishi. Egli denunciava chiaramente questa forma aberrante di abuso sui bambini, ed indica quali responsabili i comandanti militari dell’elite dell’ Afghanistan. Da quella denuncia mediatica nessuno ha fatto nulla per fermare tutto ciò. Nel 2015 sul New York Times compare una inchiesta dove veniva dichiarato che alcune comandanti delle Forze Armate statunitensi avevano imposto il silenzio alle truppe in merito a questo scandalo. Forse il silenzio mediatico che circonda questi bambini è dovuto a una scelta di comunicativa mediatica, ossia dare priorità alla guerra totale al terrorismo, Senza tenere conto le gravi ripercussioni che avranno sulla psiche di quei ragazzini un giorno che diverranno adulti. A gennaio 2017 il SIGAR (Special Inspector for Afghanistan the Construction) ha pubblicato i lavori di una sua indagine, che avrebbero dovuto rimanere Top Secret fino al 2042. Nel rapporto declassificato in una parte si legge: “non sussiste alcuna Prova a conferma del fatto che sia stato ordinato alle forze armate statunitensi di ignorare le violazioni dei diritti umani o degli abusi sessuali. Possiamo asserire comunque che tale affermazione viene contraddetta più volte dal comportamento attuato dai comandanti delle forze statunitensi. Nel 2015, nuovamente il New York Times, pubblica varie testimonianze di militari che hanno tentato di denunciare gli abusi sessuali e dall’ Esercito sono stati immediatamente allontanati. Il rapporto era stato commissionato durante la presidenza Obama nel 2015, il rapporto completato a giugno del 2017, stranamente mi riporta dati risalenti solo al 2016, ossia all’entrata del presidente Trump. Silenzio si aggiunge a silenzio, anche a quelle delle vittime. Nessuno dalla vittima può denunciare i propri carnefici, perché per contro risposta dei denunciati, i ragazzini verrebbero denunciati per omosessualità, reato penale che in Afghanistan viene condannata con la pena di morte. Successivamente l’agenzia France Press scopre che diverse vittime vengono costrette dai loro padroni a diventare dei kamikaze, Per compiere attentati contro le forze armate statunitensi e i loro alleati. Nel 2016 l’ AIHRC, la commissione indipendente per i diritti umani dell’Afghanistan, ha denunciato quanto il fenomeno dei Bacha-bazi sia in notevole aumento; si consigliava che venissero presi degli urgenti provvedimenti. Solo dopo quella denuncia il governo afghano decide di prendere dei provvedimenti. viene stabilito che chi si macchia di quel delitto di, vera e propria pedofilia, sconti 7 anni di carcere; nei casi più gravi è prevista anche la pena di morte. Sempre l’AIHRC, nel 2018, rende noto che al 85% delle donne e dei bambini afghani sono vittima di molestie. Nel 2013 il Ministero della Sanità Pubblica ha dovuto gestire su 23.000 casi di violenza contro donne e bambini. E in merito all’interesse degli italiani verso i “bambini giocattoli”, Quali sono le reazioni? Nessuna, perché nessuno è stato messo al corrente di questo grave problema infantile. Quelli che sanno, molti si voltano dall’altra parte perché credono che sia un problema lontano dalla loro casa, quindi il problema non loro; pochi conoscono e denunciano virgola purtroppo il tutto è fatto in modo indipendente, e raramente riesce ad arrivare All’attenzione dei media.
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